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GENTE SENZA CASA,CASE SENZA GENTE.

Le metropoli più diventano esclusive,più diventano respingenti.

Inflazione, aumento del costo della vita con contestuale calo del potere d’acquisto dei salari. E la mancanza di appartamenti, in acquisto o affitto a prezzi accessibili costituisce un insieme di elementi che stanno scatenando l’emergenza abitativa.
La richiesta c’è, eccome : “In Italia servono più case popolari e una nuova idea di edilizia residenziale pubblica”, sostiene il presidente di Federcasa, Luca Talluri. “

A Milano, per rappresentare il caso di una città in forte sviluppo economico ,mancano case ma quasi la metà di quelle proposte in affitto restano vuote: in certe zone la percentuale ha raggiunto quasi il 50 per cento .

Perché? Perché la domanda e l’offerta non si incontrano più.
Nel nostro paese serviranno nei prossimi anni quasi 300mila nuove abitazioni, ma al momento l’offerta in divenire non raggiunge i 40 mila, di fatto quasi esclusivamente a Roma e Milano.

Le risposte ci sono, a cominciare dal mercato delle residenze universitarie, con investimenti superiori ai 200 milioni di euro tra l’anno passato e quello in corso.
E’ un mercato importante che va supportare una richiesta significativa delle giovani generazioni, ma non risolve quello dei nuovi nuclei familiari e delle realtà a basso reddito.

Servono interventi urbanistici e sociali di impatto per risolvere queste difficoltà e arretratezze delle nostre città.
L’edilizia residenziale pubblica si è di fatto fermata da tempo, mentre rappresentava una significativa risposta e una occasione di miglioramento dei quartieri più periferici.
Favorire prezzi calmierati con convenzioni con gli investitori ha risolto negli anni ‘80 la grave emergenza abitativa.

Ma la vera risposta consiste nella rigenerazione , che rappresenta uno degli strumenti più completi ed efficaci che le amministrazioni possono utilizzare per incrementare lo sviluppo economico e promuovere città più inclusive, resilienti, sicure e sostenibili.

Qualunque intervento di rigenerazione urbana incide in modo significativo sul tessuto sociale e migliora la qualità della vita di privati e intere comunità riducendo disservizi, valori e disuguaglianze tra le varie aree di ogni città nonché l’occasione per riqualificare con interventi sostenibili le aree urbane, incrementandone l’efficienza energetica degli immobili in un Paese dove più dei due terzi degli edifici ha una considerevole vetustà ed un concept più che mai obsoleto, in particolare nella inefficienza energetica.

E’ uno strumento urbanistico che impedisce che il tessuto urbano continui a deteriorarsi, genera risparmi energetici e il miglioramento ambientale contribuendo alla sicurezza e vivibilità dei territori e crea ricchezza e valorizzazione degli edifici con un contestuale aumento dei posti di lavoro.

Massimo Guerrini