Uno degli elementi più importanti della crisi del sistema bancario è risaputo ed è riconducibile al settore immobiliare.
Un malessere in gran parte importato dalla finanza globale ma che tocca molto il nostro Paese : il 43% delle sofferenze delle aziende è legato all’immobiliare.
Sul totale di finanziamenti concessi dagli istituti di credito e non rimborsati dalle aziende, pari a più di 127 miliardi di euro, oltre 54 miliardi si riferiscono al settore delle attività immobiliari e a quello delle costruzioni. L’edilizia incide per oltre il 27%, circa 35 miliardi di euro, sui crediti deteriorati e le attività immobiliari per il 15%, equivalenti a 18 miliardi.
Questi i dati principali di un rapporto sui non performing loans realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il totale delle sofferenze delle aziende vale 127,4 miliardi, mentre il totale generale dei prestiti non rimborsati ammonta a 163,5 miliardi in calo di quasi 40 miliardi negli ultimi 12 mesi.
La crisi dell’immobiliare, uno dei settori maggiormente colpiti dalla recessione, si riversa inevitabilmente anche sui bilanci delle banche e, come un perverso circolo vizioso, il danno torna sulle imprese che, complici i paletti sui requisiti patrimoniali dell’industria bancaria, soffrono nell’ottenere nuovi finanziamenti.
Per una parte di queste il ritorno alla regolarità dei pagamenti è certamente possibile, in una misura legata ai tempi e alla forza della ripresa; una gestione attiva da parte delle banche è necessaria per ridurre significativamente la quota che si trasforma in sofferenze.
Con il tempo, meno sofferenze bancarie vorrà dire più solidità per gli istituti di credito.
Inoltre, tre quarti delle sofferenze nette sono detenuti da banche le cui condizioni finanziarie non impongono di cederle immediatamente sul mercato.
C’è quindi spazio per una attività di advisory sia verso il settore bancario sia verso quello dei debitori in attività di restructuring e di valorizzazione immobiliare.
Nel contempo anche il mercato degli investimenti mobiliari , con il calo dei tassi, si è manifestato meno interessante negli ultimi anni ponendo alle famiglie e ai risparmiatori un serio problema di redditività con l’esigenza di nuove politiche di asset management & allocation, aprendo scenari interessanti anche su altre asset class quale quella del real estate che , se da un lato può dare al momento maggior soddisfazioni della semplice gestione patrimoniale mobiliare , necessita di professionalità adeguate e non può essere svolta solo dal sistema bancario, peraltro spesso in conflitto di interesse.
Massimo GUERRINI