Il mercato immobiliare e il suo indotto hanno, nel nostro Paese, attraversato nel corso dell’ultimo decennio una delle più grandi crisi della propria storia, lasciando sul terreno migliaia di aziende e lavoratori e bruciando in taluni casi interi patrimoni delle famiglie.
Basti pensare che le perdite di valore hanno, in alcune zone, raggiunto percentuali intorno al 40/50%, riportando i prezzi reali medi al 1998, e che l’intero settore delle costruzioni pubbliche e private ha perso più di 600 mila posti di lavoro dall’inizio delle due grandi crisi: quella internazionale del 2008 riconducibile all’evento dei mutui subprime e quella nazionale causata dal forte inasprimento fiscale operato dal Governo nel 2012.
L’onda lunga di tale situazione si fa ancora oggi in parte sentire stante il perdurare dell’eccesso di offerta , l’obsolescenza di alcuni prodotti ,la relativa fragilità economica della nuova domanda e soprattutto il costante riprezzamento dei crediti che può generare un complessivo senso di impoverimento (Nomisma).
Ma, come sappiamo, spesso il mercato si autocura e trova le risorse per reagire. Al calo dei prezzi ha risposto un rinnovato desiderio di acquisto ed il numero annuale delle transazioni immobiliari è passato dalle 400mila del punto più basso del 2014 alle quasi 600mila attese per il 2017.
Sono diminuiti i tempi necessari per la vendita , sono tornate ad aumentare le richieste di mutui ipotecari sulla prima casa e si è contestualmente fermato il calo dei prezzi.
Qual’è quindi la sfida che imprese, investitori e famiglie possono cogliere in questo nuovo trend?
La ripartenza del mercato delle costruzioni immobiliari passerà necessariamente attraverso la rigenerazione urbana e la riqualificazione del patrimonio esistente, favorita dagli incentivi fiscali, dai prezzi degli asset e dalle programmazioni degli enti locali in termini urbanistici e di investimenti in infrastrutture e servizi.
L’integrazione tra innovazione con nuovi materiali e tecniche costruttive, qualità e progettazione degli spazi ,praticità ed efficienza saranno le key words necessarie ad attirare i nuovi utenti finali che già in questi anni si affacciano al mercato immobiliare.
I Millenials e i Nativi digitali chiedono anche case “leggere”, medio piccole, domotizzate e di facile utilizzo: immobili da usare, non necessariamente da avere come status e che agevolino la loro esigenza di movimento, di disimpegno, di costi di gestione sopportabili.
Entro pochi anni sul mercato ci saranno automobili che si guideranno da sole, le nuove generazioni si aspettano una simile innovazione anche da parte del mercato delle costruzioni immobiliari.
Cogliamo questa opportunità.
Massimo Guerrini