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Real Estate, la ripresa c’è, ma il mercato va ripensato per le nuove necessità

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Dopo ogni terremoto , chi sopravvive e si guarda intorno si trova di fronte un panorama diverso in cui vengono a mancare i punti di riferimento . Ed è invece l’occasione per ricostruire a nuovo evitando gli errori del passato e approfittando dell’occasione per creare prodotti nuovi adeguati alle nuove esigenze: a volte la “tabula rasa” aiuta . La curva demografica e la riforma delle pensioni, la bassa inflazione ed un diverso uso dell’abitazione ci hanno costretti a leggere in modo differente l’immobile e il suo utilizzo La casa è diventata un bene d’uso simile all’automobile e non solo più un bene rifugio. Le famiglie sono nel tempo diventate più piccole e maggiormente dinamiche. Fattori quali genitori che lavorano in città tra loro diverse e figli che studiano all’estero, hanno modificato l’idea della casa di famiglia tramandabile tra generazioni in una abitazione medio piccola da vivere senza preoccupazione di costi elevati e comoda ai servizi e ai frequenti spostamenti. Le ville e le grandi proprietà sono state messe sostanzialmente fuori mercato, almeno per la gran parte dei potenziali acquirenti. Anche il mercato retail e degli uffici è cambiato e il corretto utilizzo degli spazi è considerato un must da parte degli investitori. Dobbiamo quindi pensare al mercato del real estate con un approccio più votato verso l’utilizzo piuttosto che condizionato dal senso della proprietà di un bene duraturo. Ma segnali positivi dal mercato ci sono. Si consolida la fermata della discesa dei prezzi sia delle abitazioni sia del non residenziale. Anche il numero delle transazioni, favorito dalla discesa dei prezzi, è in deciso aumento: dal punto più basso delle 413mila del 2014, già nel 2015 si è verificata una netta ripresa e il trend ci fa pensare ad un numero complessivo che potrebbe toccare nell’anno in corso le 500/520mila. E’ un indicazione da interpretare in questa fase in modo positivo, in quanto il movimento dei prezzi del real estate tende in genere ad adeguarsi con ritardo al cambio di direzione ciclica delle transazioni. Sono segnali che interessano tutte le principali aree del Paese, ma è nelle 13 grandi città che si fanno più significativi. L’arresto del calo dei prezzi rispecchia la crescita del reddito disponibile delle famiglie e il miglioramento sia del potere di acquisto sia delle condizioni di accesso al credito ( +42% dei mutui ipotecari). Il rendimento negativo dei titoli di Stato,la forte liquidità messa a disposizione dal sistema bancario per imprese e famiglie e le buone condizioni dei tassi di finanziamento rappresentano un combinato disposto significativo. Diminuiscono le annualità per comprare casa, a livello nazionale sono necessarie 6,4 annualità di stipendio contro le 6,6 del biennio 2014-15. E questo rappresenta un segnale importante per il potere di acquisto delle famiglie. Dobbiamo cogliere l’attimo fuggente, interpretare i segnali del momento e inventare un nuovo mercato del real estate che non sia fatto da ciò che abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti ma che piuttosto sia pensato per le generazioni future.

Massimo Guerrini Real Estate Advisor.