Il mercato non sarà più lo stesso: sarà infatti caratterizzato da un approccio selettivo, con interventi mirati e di qualità. Saranno quindi le cosiddette zone grigie, quelle già edificate per intenderci, ad essere interessate da interventi di riqualificazione e riuso Non si copriranno più le zone in parte ancora verdi se non quelle oggetto di importanti piani di trasformazione urbana e di riconversioni delle destinazioni produttive. Accanto ai pochi investimenti in nuove costruzioni, i tanti comparti della futura edilizia saranno caratterizzati da interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione energetica, resi necessari da un patrimonio immobiliare obsoleto e costoso nella gestione. Nel campo privato chi sarà quindi il futuro investitore? Se parliamo di investimento nel mattone da parte del privato che acquista una seconda o terza casa da mettere a reddito è realistico dire che tale soggetto non esiste più. La casa agli italiani piace sempre, ne è dimostrazione la domanda in aumento. Ma la domanda però riguarderà principalmente la prima casa o quella di sostituzione. Si guarderà all’utilizzo del bene più che all’aspetto patrimoniale, si verificherà nell’immobiliare lo stesso cambiamento che è avvenuto nell’ultimo decennio nel mercato della vendita delle automobili: tutto è finanziarizzato, monitorato nei costi di gestione e sorretto dal concambio dell’usato. Però i dati sono confortanti, in quanto la richiesta di finanziamenti per la casa ha fatto registrare nell’ultimo anno una crescita rispetto al precedente pari al 15%: è certo un dato positivo, anche se si conferma il trend della maggiore necessità di ricorso al mutuo come supporto ad una ridotta capacità di spesa delle famiglie rispetto agli anni pre-crisi. “Nel complesso, l’atteso miglioramento dello scenario economico unitamente alla conferma dei tassi sui livelli minimi dovrebbero favorire il consolidamento delle dinamiche già registrate nel corso del 2014, sia relativamente alla crescente propensione all’acquisto di abitazioni finanziato attraverso un mutuo, sia riguardo i volumi delle surroghe – commenta Simone Capecchi, direttore sales & marketing di Crif -. Diverso è invece il discorso relativo agli investitori istituzionali, dove la diversificazione dei portafogli dei grandi investitori sta al centro di un generalizzato buon umore che vede di nuovo il nostro Paese rientrare nel radar degli investitori europei, asiatici e nordamericani, con un’asset allocation globale verso il settore immobiliare italiano da cui si aspettano rendimenti anche a due cifre supportati da prezzi di carico certamente di favore riferiti ad asset di elevata qualità. Il nostro Paese non può permettersi di perdere questo treno che potrebbe non ripassare e prepararsi con le dovute riforme, fiscali e del diritto, ad intercettare l’aumento di interesse verso il nostro mercato immobiliare.
Massimo Guerrini CEO Open Asset Real Estate Advisors . RICS – Royal Institution Chartered Surveyors – Member