
Siamo di fatto entrati in un’era rivoluzionaria e di grandi cambiamenti ma con un bagaglio di idee, classi dirigenti e istituzioni più adatte al mondo che ci siamo ormai lasciati alle spalle.
Questa rivoluzione può creare nel contempo sia nuove fortune e tutto un insieme di nuovi protagonisti ma anche un elenco lunghissimo di mortalità economica.
In un’era rivoluzionaria piena di sorprese e innovazioni, bisogna imparare a pensare da innovatori coraggiosi, coloro che durante le rivoluzioni non si adeguano hanno un nome preciso, ed è vittime.
La visione del mondo come sistema complesso e in continuo adattamento, richiede una rivoluzione di pensiero. Implica da parte nostra un cambiamento di ruolo, da architetti di una struttura che credevamo di gestire e controllare, a giardinieri di un ecosistema vivo e sempre mutevole.
Questo discorso vale per la maggior parte delle attività economiche ,industriali , sociali, culturali.
Pensiamo al patrimonio immobiliare e infrastrutturale pubblico e privato, che è una componente essenziale e strategica del nostro paese .
Quali grandi opportunità si stanno perdendo con il concreto rischio di un impoverimento generale e di una progressiva obsolescenza dell’intero sistema!
Pochi numeri per spiegare.
La vita media di un immobile pubblico è di circa 35 anni in Europa, mentre in Italia è di 85.
Quasi il 90% degli immobili sono stati concepiti e costruiti prima del 1990.
Un mondo che non esiste più, basti pensare ai cambiamenti demografici e climatici che hanno stravolto i nostri stili di vita e di abitare.
Un patrimonio che è quindi per la maggior parte vetusto, inefficiente, energivoro e inadeguato. Tanto che lo stock immobiliare del nostro Paese è per il 97% in categoria energetica G e solo il 3% delle abitazioni è in categorie energetiche migliori.
Circa l’80% delle famiglie italiane è proprietario dell’abitazione in cui abita , nel contempo il 10% vive in difficili condizioni abitative e circa 3 milioni di esse pagano un mutuo.
E sono indebitate per un patrimonio che tende a svalutarsi nel tempo.
Un’assurdità: un immobile è un valore, fino a quando non lo si trascura. A quel punto è solo un costo.
Secondo i numeri presentati al Forum Scenari Immobiliari, che citiamo quanto mai volentieri, nel nostro Paese oggi ci sono 13 miliardi di metri quadrati di abitazioni da ristrutturare: una potenzialità enorme di lavoro, occupazione aumento della ricchezza immobiliare privata e pubblica, miglioramento ambientale e forte risparmio energetico.
Le amministrazioni pubbliche nazionali e locali devono incentivare gli investimenti e un lavoro di progettazione architettonica che oggi deve essere basato sulla sostenibilità dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Dobbiamo progettare oggi edifici per gli abitanti di domani e le soluzioni devono essere immediate ma inserite in piani urbanistici di largo respiro, credibili e che vengano poi realmente rispettati.
Dobbiamo progettare una società diversa ,che si sforzi di superare i conflitti generazionali e sociali che stanno alimentando egoismi di classi e di nazioni.
Le città con i loro immobili saranno teatro di questo: nel 2050, circa 9 miliardi di persone abiteranno il pianeta e di queste un’altissima percentuale, circa 6 miliardi vivrà nelle città e di cui quasi 3 miliardi nelle grandi metropoli .
Una visione che è ancora purtroppo lontana dalla realtà italiana, che è ancora troppo ancorata al passato e alle sicurezze di cui le precedenti generazioni hanno goduto.
Il passaggio dalla sicurezza del futuro alla sua totale incertezza richiederà un adattamento psicologico tanto stressante quanto produttivo.
La creatività a sua volta è sinonimo di salvezza ed è ciò che cambia la nostra vita.
L’innovazione e la creatività sono i motori che portano alla nostra felicità, e non viceversa.
Alla creatività umana dobbiamo tutto e tutto trae origine da una prima scintilla di innovazione.
Massimo GUERRINI
Manager, imprenditore, politico.