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Massimo Guerrini: Siamo entrati in un’era rivoluzionaria senza esserne pronti.

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Siamo di fatto entrati  in un’era rivoluzionaria e di grandi cambiamenti  ma con un bagaglio di idee, classi dirigenti e istituzioni più adatte al mondo che ci siamo ormai  lasciati alle spalle.

Questa rivoluzione può creare nel contempo sia nuove fortune e tutto un insieme di nuovi protagonisti ma anche un elenco lunghissimo di mortalità economica.

In un’era rivoluzionaria piena di sorprese e innovazioni, bisogna imparare a pensare da innovatori  coraggiosi, coloro che durante le rivoluzioni non si adeguano hanno un nome preciso, ed è  vittime.

La visione del mondo come sistema complesso e in continuo adattamento, richiede una rivoluzione di pensiero. Implica da parte nostra un cambiamento di ruolo, da architetti di una struttura che credevamo di gestire e controllare, a giardinieri di un ecosistema vivo e sempre mutevole.

Questo discorso vale per la maggior parte delle attività economiche ,industriali , sociali, culturali.

Pensiamo al patrimonio immobiliare e infrastrutturale  pubblico e privato, che è una componente essenziale e strategica  del nostro paese .

Quali grandi opportunità si stanno perdendo con il concreto rischio di un impoverimento generale e di una progressiva obsolescenza dell’intero sistema!

Pochi numeri per spiegare.

La vita media di un immobile pubblico  è di circa 35 anni in Europa, mentre in Italia è di 85.

Quasi il 90% degli immobili sono stati concepiti e costruiti prima del 1990.

Un mondo che non esiste più, basti pensare ai cambiamenti demografici e climatici che hanno stravolto i nostri stili di vita e  di abitare.

Un patrimonio che è quindi per la maggior parte vetusto, inefficiente, energivoro e inadeguato. Tanto che lo stock immobiliare del nostro Paese è per il 97% in categoria energetica G e solo il 3% delle abitazioni  è in categorie energetiche migliori.

Circa  l’80% delle famiglie italiane è proprietario dell’abitazione in cui abita , nel contempo   il 10% vive in difficili condizioni abitative e circa 3 milioni di esse pagano un mutuo.

E sono indebitate  per un patrimonio che tende a svalutarsi nel tempo.

Un’assurdità: un immobile è un valore, fino a quando non lo si  trascura. A quel punto è solo un costo.

Secondo i numeri presentati al  Forum Scenari Immobiliari, che citiamo quanto mai volentieri,  nel nostro Paese oggi ci sono 13 miliardi di metri quadrati di abitazioni da ristrutturare: una potenzialità enorme di lavoro, occupazione aumento della ricchezza immobiliare privata e pubblica, miglioramento ambientale e forte risparmio energetico.

Le amministrazioni pubbliche nazionali e locali devono incentivare  gli investimenti e un lavoro di progettazione architettonica che  oggi deve essere basato sulla sostenibilità dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Dobbiamo progettare oggi edifici per gli abitanti di domani  e le  soluzioni devono essere immediate ma  inserite in piani urbanistici di largo respiro, credibili e che vengano poi realmente rispettati.

Dobbiamo progettare una società diversa ,che si sforzi di superare  i conflitti generazionali e sociali che stanno alimentando egoismi di classi e di nazioni.

Le città con i loro immobili saranno teatro di questo: nel 2050, circa 9 miliardi di persone abiteranno il pianeta e di queste un’altissima percentuale, circa  6 miliardi vivrà nelle città  e di cui quasi 3 miliardi nelle grandi metropoli .

Una visione che è ancora purtroppo lontana dalla realtà italiana, che è ancora troppo ancorata al passato e alle sicurezze di cui le precedenti generazioni hanno goduto.

Il passaggio dalla sicurezza del futuro alla sua totale incertezza richiederà un adattamento psicologico tanto stressante quanto produttivo.

La creatività a sua volta è sinonimo di salvezza ed è ciò che cambia la nostra vita.

L’innovazione e la creatività sono i motori che portano alla nostra felicità, e non viceversa.

Alla creatività umana dobbiamo tutto e tutto trae origine da una prima scintilla di innovazione.

Massimo GUERRINI
Manager, imprenditore, politico.